La storia de Laperegina
Laperegina nasce per volontà di una vita migliore.
Ovvero lontano dal caos e vicino a un cibo sano.
Molti momenti e pensieri occupavano parte del mio tempo libero. Erano sempre gli stessi.
Sembravano realizzabili e a volte impossibili.
Il sogno era avere una casetta lontano da rumori, inquinamento e poter coltivare un orto.
A volte ne parlavo con qualcuno. Mi sentivo dire tu sei pazzo, sei un sognatore.
Rarissime volte qualche amico condivideva le mie idee, facendomi sempre presenti le enormi difficoltà per la realizzazione.
Per qualche giorno rallentavo di pensare alla mia idea.
Ma bastava che un camion mi passasse vicino rumorosamente lasciandomi a respirare i suoi gas di scarico che immediatamente mi immaginavo immerso in una natura incontaminata e silenziosa.
Passarono anni.
Fin quando un giorno, andando in giro senza una meta precisa e sempre con la mente e lo sguardo indirizzati verso vecchie case o ruderi, accadde qualcosa.
Quel giorno incontrai, ad un bivio di strade brecciate, un uomo ben impiantato sulle gambe da dare l’aspetto di un bravo di Don Rodrigo.
Lo salutai, mi rispose ma non subito, fece prima qualche passo. gli chiesi se ci fosse stata una qualche casetta in vendita nei dintorni. Mi rispose di no. L’unico rudere, nei dintorni, lo stava ristrutturando un giornalaio.
In realtà era un giornalista.
La durezza del volto si sciolse chiedendomi da dove venivo. Gli risposi che venivo da Pescara. Replicò dicendomi secco che i pescaresi non erano persone serie. Non gli chiesi perché. Ma gli domandai dove abitava lui, la risposta fu, fammi salire e andiamo.
Ci fermammo in un piccolo spiazzo e poco più avanti da una modesta casetta, con gli intonaci scrostati dall’umidità, si aprì una porta e apparve una piccola donna vestita di nero, quel colore la rendeva ancora più esile. Non scendo in particolari ma vi lascio immaginare l’accoglienza e il ben di Dio che poco dopo copriva il piccolo tavolo. Si fece notte.
Dissi che non conoscevo bene la strada per Pescara e ringraziai con sincere parole. Mi dissero arrivederci e aggiunsero, tanto sappiamo che non tornerete più, siete di Pescara.
Volli stupirli qualche settimana dopo, il rumore della mia Fiat 500 fece da campanello davanti la loro casa, ed entrambi apparvero, come se mi aspettassero. Portai qualche pensierino, non ricordo cosa. La moglie prese quel pacchetto e lo ripose su una sedia. Le interessava di più dirmi che era contenta di vedermi. Il marito senza dirlo lo manifestò.
Non ci volle molto per sentire il rumore delle posate.
Mi dissero di essere dispiaciuti che non sapevano di casette in vendita, ma che si sarebbero impegnati con i parenti per informarsi.
Passarono alcune settimane o un mese, pensai che ero già nella lista dei pescaresi non seri. E un pomeriggio mi presentai da loro.
Le prime parole che dissero in coro furono “abbiamo trovato la masseria per voi”.
Neanche mezz’ora dopo, eravamo a cento metri da una casetta abbandonata, dove quella che una volta era un pergolato con assi fradici e rotti . Circondata da vari alberelli cresciuti spontaneamente senza attenzione.
Sul tetto una lamiera arrugginita e attorcigliata che certamente fungeva da comignolo.
Tutta questa visione situata su una piccola verdeggiante collinetta mi predispose in un piacevole stato d’animo. Era tutto stupendo, la realtà di un sogno.
Non sapevo se sarebbe diventata mia, non sapevo se potevo acquistarla.
A momenti, dimenticavo questi pensieri e tornavo a godermi ciò che avevo davanti.
Avvicinandomi mi rendevo conto dello stato rovinoso sia dei muri di cui alcuni spaccati e sia il tetto crollato in un angolo.
Tutti questi inconvenienti sparivano appena pensavo a come l’avrei riparata.
Preferisco non descrivere le fasi successive: della contrattazione, i problemi per racimolare i soldi e altre difficoltà. Questi inconvenienti sono le uniche ombre che hanno oscurato un cammino sereno meraviglioso e ricco di avventure.
Passarono mesi, arrivò l’inverno. Durante questo tempo varie volte voglioso, partivo da Pescara per trovarmi davanti alla casetta. Le giravo semplicemente attorno, guardavo, sognavo e solo qualche volta provai pentimento per l’acquisto, riguardando il rudere.
In quel periodo crebbi, quel tempo non fu sottratto alla mia vita, ma mi era dato in sovrappiù, oltre a quello che mi tocca.
Ci volle la primavera a caricarmi e cominciare un pò di lavori. Una cosa, che solo con determinate persone può succedere, e che ricorderò come lezione di vita, fu che i vicini, che nel frattempo avevo conosciuto, si dedicavano ad una prima ristrutturazione, gratuitamente, anche mentre io ero a Pescara.
Ci sono voluti anni, prima che potessi dire di avere una casetta abitabile. Ed ancora altri anni per poter mettere un cartello con “agriturismo Laperegina”.
Cominciai nel fare solo ristorazione. Facevo solo soldi. Nel frattempo Laperegina si faceva più accogliente e personalizzata. Decisi di non fare più ristorazione ma ospitalità. La mia camera divenne la camera per gli ospiti, io mi costruii una casetta sull’albero e ci vissi per circa due anni. Nel frattempo l’agriturismo cresceva con altre camere.
Sembrava di aver raggiunto un traguardo.
Stavo bene sotto tutti gli aspetti.
Ma un giorno una donna con grazia e semplicità è entrata a far parte di questa meravigliosa avventura che è la nostra vita.
Con lei Laperegina ha preso una caratteristica ben definita. Insieme ci siamo avvicinati e innamorati anche dei lati scomodi del vivere secondo natura, rinunciando a cose oggi normali e scoprire la serenità.
Non siamo hippies, non andiamo a piedi nudi ad abbracciare gli alberi per connetterci con la natura.
Lasciarsi andare al corso degli avvenimenti ci ha fatto scoprire credenze molto forti: ciò che è giusto fare, dire e pensare, per noi e per gli altri.
Anche nella sua veste Laperegina assume una filosofia con aspetti più socializzanti.
Marino e Elide non offrono solo una camera o da mangiare, ma esperienze inconsuete da portare via.
Preferiamo un contatto telefonico, prima di conoscerci personalmente.
Il nostro sito web ci aiuta molto nel selezionare gli ospiti. Molti sono coloro che conoscono la sostenibilità già da tempo. Sanno rispettare la natura offrendo anche gentilezza e cortesia per coloro che la abitano abitualmente.
Lasciamo all’immaginazione, come trascorrono le giornate non influenzate né dalla pioggia né dal vento.
Mangiare sul prato insieme agli ospiti ad un tavolo unico apparecchiato da loro. Offrire loro nuove emozioni con il cibo preparato con prodotti dei nostri orti. Dare suggerimenti di come visitare la nostra regione con l’aiuto di mappe realizzate per ognuno durante la colazione.
Buone vacanze in Abruzzo,
Marino e Elide