da Paolo e Silvia

Che dire dell’Aperegina?

Si potrebbe dire che non ci sono parole per descriverla, ma sarebbe un

semplice sotterfugio, perchè per descrivere la realtà di questo piccolo,

magico, luogo di parole ce ne sono eccome: basta solo chiudere un attimo gli occhi e lasciare spazio ai ricordi, alle sensazioni, alle emozioni.

Allora ecco che ci pare ancora di vedere Marino che, come un saggio cantastorie, la sera, davanti a un buon bicchiere di nocino, ci narra curiosità e aneddoti di queste terre ancora sconosciute ai più. Come non lasciarsi incantare dalle sue parole? La sua stessa storia parla di scelte coraggiose e ideali da perseguire con impegno e sacrificio.

Ma se pensiamo a Marino non possiamo fare a meno di immaginare il dolce sorriso di Elide, il suo fare discreto ma al contempo scherzoso, le ghiottonerie che le sue abili mani preparano per deliziare gli ospiti fin dal loro risveglio.

Adesso lascio che il nostro pensiero si sposti un po’ più in là, alle meraviglie che questi luoghi racchiudono e sono desiderosi di offrire allo sguardo di chiunque decida di abbandonare i litorali affollati per spingersi là dove la terra comincia ad innalzarsi verso il cielo. Allora come non pensare alle sconfinate praterie di Campo Imperatore, dalle quali, come un elegante castello di roccia, si innalza sua maestà il Gran Sasso: guardarlo ci fa pensare alla dimora di un principe che abbia scelto di fuggire lassù per non cedere alla frenesia di un mondo impazzito.

Ma ogni principe ha sempre al suo fianco una bellissima sposa e allora ecco poco più in là la Majella, terra di pastori e anacoreti: i suoi aspri e misteriosi valloni, così ricchi di acque e di vita, gli eremi solitari scavati nella roccia, che sembrano invitare al silenzio e alla preghiera, le faggete secolari, all’ombra delle quali non parrebbe neppure strano veder saltellare gnomi e folletti.

Ma penso anche all’uomo che da sempre ha la fortuna (spesso non percepita) di vivere in questo paradiso naturale: le sue tracce sono borghi assiepati sui fianchi delle colline, come in un grande presepe, le case strette le una vicino alle altre come a difendersi dai freddi venti invernali, le fortezze arroccate su cime apparentemente inaccessibili, sentinelle immutabili al passare del tempo.

Quanto sembra assurdo e lontano quassù il caos delle grandi città!

Ecco, parlare dell’Aperegina significa parlare di tutte queste cose, e non solo perché situata al centro di esse, ma anche e soprattutto perché è un luogo pensato, creato e cresciuto negli anni in totale sintonia con la terra sulla quale poggia. 

Per far questo ci è voluto molto lavoro. E di questo lavoro non possiamo che ringraziarvi, così come di averci accolto con calore e amicizia, quasi facessimo parte della vostra famiglia, facendoci passare giorni indimenticabili. 

Pochi, purtroppo, ma che speriamo possano in futuro diventare molti di più!

Un abbraccio.

Paolo & Silvia

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