Lello l’asinello

Marino, nell’altro emisfero era in vacanza.

Per non far sentir, del padron la lontananza,

la sua dolce e timida Martina, asina assai carina,

trasferita fu a Penne, a pensione, in collina.

Illibata era lei testè,

ma la carne, si sa, debole è.

E proprio lì, di notte, nel buio della stalla,

improvvisa scoccò la scintilla.

Cedette la verginella al seducente e duro Eufemio,

che del più “macho” asino, aveva vinto un premio.

A Primavera, l’ignaro padrone, da vacanza rientrò a Laperegina

lo seguì a casa anche Martina.

Ma, ella segreta tenne nel cuore

quella notte d’amore.

A chi, sospettoso chiedeva del suo pancione,

piccata rispondeva: ma no, è solo un’impressione!

Ma a tredici mesi da quella notte di fuoco,

nasce un asinello, che meraviglioso è dire poco.

Mai il papà conobbe il piccolo gioiello,

fu poi Mario, il fattore, a chiamarlo Lello.

Ora a Laperegina, solo con la mamma vive Lello,

ma ha tanti amici e non si sente certo un orfanello.

Ha ripreso dal suo papà,

seduttore diventato è già,

ad una pecorella timidamente fa la corte,

sui prati bruca, beve latte e cresce forte.

Elide e Marino, l’asinello ora guardano ammirati,

si dicono: oh averlo, come siamo fortunati!

(Kammario)